Gianni Giolo
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CESARE RUFFATO

LA POETICA DI CESARE RUFFATO

 

Nel gennaio 2001 la rivista “Il verri” chiese a Cesare Ruffato “perché scrivi poesie?”. E lui rispose: “In fasi come le attuali di pomposa ostentazione della scrittura, di pulviscolo librario e di ostentata prevaricazione internetica anche la domanda “perché scrivi poesie” può sembrare un trabocchetto del soffice normale nella palude omologante di concorsi quiz che sorvola su quesiti ben più ardui e pregnanti quali cos’è la vita e perché si vive”. Per Ruffato non è importante chiedersi perché si scrive poesie, ma perché si vive e quale concezione abbiamo della vita. Le sue parole richiamano quelle di Seneca che diceva: non ut diu vivamus curandum est, sed ut satis. E’ importante vivere bene la propria vita non vivere a lungo, è necessario, cioè,  avere una visione non quantitativa ma qualitativa della vita, vivere seguendo dei criteri ben precisi di vita morale, quella vita morale semplice e onesta che il poeta ha appreso dalle labbra e dal cuore della madre.

 

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Da ieri a oggi: il Poeta pallido di Cesare Ruffato


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Cesare Ruffato:A Merlin Cocai, Officiosum Poema 


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Gianni Giolo