Gianni Giolo
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Lettere di Giacomo Zanella ad Alvisa Dalle Ore

Introduzione

Ho conosciuto Pio Chemello, 85 anni, discendente di una nobile e famosa famiglia di industriale di Schio,
noto personaggio politico e assessore del Comune di Vicenza nel periodo degli anni Cinquanta, nel giugno
del 2000. Egli mi ha gentilmente mostrato il suo tesoro di famiglia: l'epistolario inedito di sua nonna Alvisa
Dalle Ore con il grande poeta Giacomo Zanella. L'originale delle lettere è stato donato alla Biblioteca Berto-
liana con l'intenzione che fossero conservate. Per sollecìtarne, credo, la pubblicazione Chemello si era rivol-
to al noto giornalista del Giornale di Vicenza Antonio di Lorenzo. Di questo fatto è testimonianza una gu-
stosissima e piacevolissima lettera, che porta la data del 24 novembre 1999, di cui l'autore mi ha fornito una fotocopia, che contiene interessanti ricordi del periodo del fascismo e della seconda guerra mondiale (il famoso bombardamento di Vicenza del 18 novembre 1944 nel quale per miracolo non ha perso la vita). Della lettera ovviamente citerò solo la parte che riguarda sua nonna Alvisa Dalle Ore, allieva del grande professore presso l'Istituto delle "Dame Inglesi" di Vicenza.
"Veniamo allora al motivo della presente — scrive Chemello a Di Lorenzo -.
Vorrei chiederle un favore, che potrebbe suscitare il suo interesse: io possiedo una ventina di lettere, ovviamente autografe, scritte dal Poeta vicentino Don Giacomo Zanella alla sua allieva, presso le “Dame Inglesi”, Alvisia Dalle Ore (mia nonna materna) nel periodo 1877-1888...
In ogni caso, penso che sarebbe un peccato trattenere questi ricordi, cari a mia nonna, in una soffitta,
come è avvenuto in tutti questi anni, e vorrei donarle a qualche pubblica istituzione, che sia interessata a conservarli. E qui nasce il problema. La famiglia di mia nonna era ben nota al suo tempo (pensi al parco Dalle Ore-Querini), ma generò quasi solo femmine, sicché il nome praticamente scomparve. Inoltre io rimasi orfano troppo presto per aver intrattenuto relazioni coi rami della sua discendenza. So che mia nonna (di Valdagno) aveva avuto alcune sorelle (e - credo - un solo fratello). Una andò sposa all'industriale Alvise Conte di Schio, proprietario di uno dei primi lanifici meccanici in Italia e tuttora funzionante dal '700 e ben noto amministrato dai nipoti Conte-Bertollo e Conte-Boniver. Un'altra sposò il notaio Andrea Letter di Schio; un'altra l'industriale farmaceutico Alvise Crosara di Valdagno, proprietario della Farmacia Valeri a Vicenza. Due sorelle - Beniamina e Anna - che Zanella nomina spesso nelle sue lettere, la prima sposata ad un avvocato di Vicenza, ma presto separata, la seconda, rimasta nubile, credo faccia parte degli scrittori minori vicentini. Avevano un nipote medico, ardito nella grande guerra e decorato, uomo di eccezionale bontà e generosità, il  N. H. Alessandro Dalle Ore, cui è dedicata una via a Novale di Valdagno. Qui vivevano in una grande casa ("i càmpassi”), una specie di castello, che in questi ultimi anni fu demolito per ricavarne un condominio. Tutti questi che ho nominati (Alvise, Andrea, Sandro, Beniamina e Anna) io li chiamavo "zii”, quando ero ragazzo, ma, dopo la loro morte e quella della nonna, non ebbi più contatti coi loro discendenti, che pur avevo conosciuto bambini. Mia nonna Alvisa andò sposa a Gio.Batta Della Valle di Bassano - industriale della ceramica, grande appassionato e allevatore di cavalli da corsa - ed ebbero un'unica figlia, Luisa mia madre. Mio nonno morì in un incidente prima che io nascessi e quindi... ecco il problema. A chi posso donare le lettere dello Zanella? Scartati i parenti - che, d'altra parte, ritengo non ne sarebbero interessati - pensavo all'Accademia Olimpica, di cui lo Zanella era membro illustre, oppure alla Biblioteca Bertoliana...
Penso che lei - per quel valido giornalista che è - può avere un certo interesse professionale alla cosa, dato che conosce tante persone" . . .
Io ho conservato nel mio studio queste lettere che non riuscivo a decifrare, data la grafia quasi illeggibile dello Zanella che scriveva di getto, secondo l' impulso del cuore, e senza minute, finché non ho trovato la gentilissima e pazientissima dott. Adele Scarpari e il dott. Sergio Merlo (che nei casi dubbi è andato a consultare gli originali) della Biblioteca Bertoliana che mi hanno aiutato nell'ardua e spesso anche per loro difficile impresa.
Ho proposto quindi la pubblicazione all'Assessorato alla Cultura del Comune di Monticello Conte Otto, così aperto e sollecito verso le iniziative culturali e che, fra l' altro, ha indetto, per la prima volta in Italia, un concorso letterario nazionale intitolato a Giacomo Zanella, e ho trovato subito, nella figura dell'ottimo as-
sessore Maria Luigia Michelazzo e nella persona squisita di Nico Veladiano, una cordiale disponibilità alla
pubblicazione.
Ho informato subito Pio Ghemello che si è dimostrato entusiasta della felice iniziativa che va ad onore
della sua famiglia e del Comune che ospita la Villa costruita dallo Zanella stesso presso Cavazzale, dove il poeta ha trascorso gli anni più belli e sereni della sua vita.

Gianni Giolo
1 settembre 2006

 

 

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